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da romanews.eu
“Sono cresciuto avendo come modello Aldair, non l’Aldair della Roma ma quello del Flamengo, che ho avuto come idolo. Mi è sempre piaciuto come giocatore e per i suoi comportamenti. All’inizio, un po’ di influenza c’è stata, perché anche inconsciamente cerchi di imitare i gesti tecnici di chi consideri un esempio. Poi quando diventi professionista, cerchi di imporre il tuo stile, le tue caratteristiche”.
Una stagione, la tua, contraddistinta dagli infortuni
“La mia prima stagione italiana la considero positiva, ma non c’è stata una partita che io abbia giocato senza sentire dolori: a volte di più, a volte di meno, a volte con medicine, a volte senza. Adesso finalmente comincio a star bene, ma sono stato spesso condizionato nei movimenti, frenato anche psicologicamente perché sapevo di non essere al massimo. Ma certe cose fanno parte della vita di un calciatore. Ho sempre cercato di aiutare la squadra, a volte sono andato in campo non sentendomi benissimo ma col desiderio di dare una mano ai miei compagni. Sono convinto che il prossimo anno le cose andranno in un altro modo, riuscirò a svolgere una buona preparazione e sarò un altro, in tutti i sensi”.
A volte la difesa della Roma è stata criticata di essere troppo elegante e poco concreta
“Un difensore deve sempre scegliere la cosa giusta al momento giusto, sempre con lealtà e senza cattiveria, senza far male a nessuno. A volte può esserci bisogno di un rinvio, a volte di un passaggio corto, sono le varie situazioni di gioco a richiederti il tipo di intervento adeguato. Il difensore deve prevedere cosa sta per accadere e annullare le situazioni di pericolo”.
Il confronto con l’Inter
“Siamo stati inferiori all’Inter ma stiamo parlando di due grandi squadre, a volte loro hanno avuto la fortuna che a noi è mancata, e noi abbiamo lasciato per strada punti che non avremmo dovuto perdere, specialmente contro squadre piccole. Ma dobbiamo anche considerare che il nostro stile di gioco è il più offensivo di tutta la Serie A, la Roma gioca sempre per segnare un gol in più degli altri, e questo espone la difesa a rischi maggiori rispetto alle altre squadre”.
Cosa manca alla Roma per essere una grande squadra anche a livello internazionale?
“Lo siamo già, e lo abbiamo dimostrato negli ultimi due anni. La Roma è in crescita, per il secondo anno consecutivo ha conteso all’Inter lo Scudetto e quest’anno si è avvicinata ancora di più, è entrata nuovamente fra le prime 8 della Champions League. Con un pizzico di fortuna in più, avremmo potuto trovare un altro avversario e magari arrivare fino alla semifinale, invece abbiamo trovato una squadra fortissima come il Manchester United, nel suo momento migliore, con la sfortuna ulteriore di giocare la prima in casa. Bisogna continuare a crescere, io sono molto ottimista”.
da romanews.eu
”Loro sono stati fortunati nelle occasioni del gol - ha detto a Sky il tecnico giallorosso - hanno giocatori di grande mestiere: ma dobbiamo prendere atto di quel che è successo, e ribaltare questa situazione. Abbiamo fatto altre volte due gol in trasferta, in Champions”. Spalletti non si è detto sorpreso dall’atteggiamento tattico molto coperto del Manchester: “Quest’anno l’ho vista dieci volte, e ha sempre giocato così: i centrocampisti molto schiacchiati sulla linea difensiva, e poi grazie alla loro potenza e alla capacità di corsa lunga le ripartenze”.
“TOTTI CI SARA’” - Spalletti non ha rimproverato nulla alla Roma, “se non i dieci minuti finali quando c’è stata la botta psicologica del 2-0, e ci siamo disuniti: questo è un atteggiamento che non voglio vedere”. Spalletti ha poi parlato delle condizioni di Totti e dell’impegno di sabato contro il Genoa: “Francesco oggi sta molto meglio, le sensazioni sono buone. Se sabato riposa e mercoledì recupera, ci sta bene”. Niente Genoa insomma per il capitano, anche se Spalletti dà all’anticipo di sabato un significato rilevante: “Non cambia nulla in chiave campionato, dopo questo risultato: finchè la matematica non dice il contrario, noi crediamo alla rincorsa all’Inter. Anche se guardando a quel che è successo sabato scorso a Cagliari, quando si sarebbe dovuto vincere… Ma alle volte serve il mestiere di sfruttare il minimo di occasioni che ti capitano, il Manchester di questa sera lo dimostra”.
AQUILANI - “La delusione è tanta, ma non è giusto darsi per eliminati: dobbiamo andare a Manchester e provarci. Non c’è nulla da fare, dobbiamo fare due gol e più…”. Alberto Aquilani, a Sky, dà voce allo stato d’animo giallorosso, dopo la sconfitta della Roma in casa col Manchester. Sulla stessa lunghezza d’onda Tonetto: “Siamo stati penalizzati dal risultato, questa sera ci è mancata la freddezza sotto porta”.
PIZARRO - David Pizarro ha parole contro Cristiano Ronaldo. “Ronaldo - attacca Pizarro - al di à là del grande campione che è è anche uno molto montato, che fa certi dispetti in campo. E questa è la cosa più brutta per un giocatore. Al ritorno avremo sicuramente qualcosa da dirci”. Poi l’analisi della gara: “Dopo il vantaggio il Manchester ha fatto vedere la sua qualità nel raffreddare la partita e gestire il pallone - dice il centrocampista giallorosso - Noi proveremo comunque a fare una grande impresa a Old Trafford”. Immediata la replica di Ronaldo. “Quelle giocate fanno parte del mio gioco - ha detto il portoghese ai microfoni di Sky - Le ho sempre fatte, anche tre-quattro anni fa quando ero più giovane. Ma sono giocate che faccio per il bene della squadra, mai per irridere gli avversari, non è nel mio gioco. Anche stasera ho giocato per il Manchester United e non per lo spettacolo”.
FERGUSON - “La chiave è la capacità di sacrificarsi”. Il tecnico del Manchester Alex Ferguson evidenzia a Sky le caratteristiche della sua squadra. “L’importante era fare qualcosa di diverso e Rooney l’ha fatta anche da esterno. La Roma ha giocato bene ma non ha avuto fortuna e il secondo gol per loro è stato un brutto colpo. Noi stiamo facendo cose straordinarie, ma la mia esperienza nel calcio mi porta a dire che bisogna sempre stare attenti. La Roma ha patito molto l’assenza di Totti, ha dovuto cambiare il modo di giocare e cercare più la palla lunga. La nostra maturazione è evidente, quando ci sono giocatori giovani che per due-tre anni giocano assieme poi i frutti si raccolgono”.
fonte gazzetta dello sport“Il mio tempo, nelle mani
nel tuo viso il mio tormento
il silenzio, il mio domani
ancorato ad un momento.
Vivo per te, sogno di te, canto di te”
Inutile nascondersi. La Roma, tra stasera e il ritorno di Manchester, scrive una pagina di storia.
E non importa il risultato. Forse serve un’impresa maggiore di quella col Real Madrid soprattutto sapendo che regaleremo il Capitano agli avversari. Ma i giallorossi si giocano ancora una volta la semifinale, l’esame finale, l’ingresso in una nuova dimensione, una maturita’ che l’anno scorso e’ mancata ed e’ stata pagata a caro prezzo.
Il filo tra la gloria della Roma piu’ bella e vincente di sempre e quella che puntualmente cade a un passo dalla gloria e’ sottilissimo.
Mai due quarti di finale di Champions League consecutivi (e qui sono doverose le scuse per l’errore nella precedente presentazione) e raramente, a Roma mai, si e’ visto una squadra che ad aprile corra ancora per tutti gli obiettivi. In Europa la Roma e’ l’unica a competere in tre competizioni. Anzi, non si puo’ neanche permettere di scegliere. Ha davanti dalle 11 alle 15 partite fino a fine stagione: 4 punti da recuperare all’Inter, un quarto di finale in Europa e una semifinale in Coppa Italia. Inutile fare conti, tocca giocarsele tutte.